lunedì 27 ottobre 2014

Tocca di nuovo a Redfearn... ma questa volta non sarà un traghettatore

La sconfitta casalinga contro il Wolverhampton ha spinto il club a esonerare Darko Milanic, 32 giorni dopo il suo arrivo. Una decisione preventivabile, conoscendo anche la fama di “mangiallenatori” che Massimo Cellino si porta dietro e che, anche in Inghilterra, hanno già avuto modo di verificare. Milanic è il quarto head coach (considerando anche l’esperienza da caretaker di Redfearn) in soli 6 mesi. Con il senno di poi è facile dire che Milanic non andava scelto, ma che la squadra avrebbe dovuto rimanere sotto la guida di Redfearn, capace di conquistare 10 punti in 4 giornate. Tuttavia era impensabile vedere un’involuzione come quella che si è registrata nelle ultime 6 partite, ma quello che fa maggiormente preoccupare è la debolezza caratteriale di un XI capace di alternare primi tempi ben giocati a riprese passate a subire l’iniziativa avversaria. Con Refearn in panchina il Leeds era riuscito a rimontare contro il Birmingham e a ribaltare il risultato sul difficile campo del Bournemouth. Con Milanic invece è successo l'esatto contrario. Eccezion fatta per la partita con il Norwich nelle altre, Brentford e Wolves in particolare, sono stati gli avversari, nei secondi tempi, a invertire l'ordine degli eventi, lasciando al Leeds le briciole.

Toccherà dunque nuovamente a Neil Redfearn sedersi sulla panchina della prima squadra, ma questa volta l’incarico non sarà provvisorio. Redders infatti, dopo tre esperienze da caretaker, verrà nominato head coach a tutti gli effetti. Il club dovrà poi iniziare la ricerca di un degno sostituto per il ruolo di direttore dell’Academy e un ritorno di Richard Naylor potrebbe essere un’idea.
In queste ore molti dei protagonisti hanno parlato di cosa è stata l’esperienza Milanic e, particolarmente interessanti sono apparse le parole di Steve Morison. L’attaccante ha infatti spiegato il suo punto di vista sull’infelice esperienza e sulla sconfitta subita sabato con il Wolverhampton: "Per qualche ragione abbiamo cambiato il nostro modo di giocare all’intervallo, iniziando a fare l’esatto contrario di quello che avevamo fatto nel primo tempo. Nel secondo tempo abbiamo smesso di giocare come nel primo tempo. Personalmente penso che quando l’avversario è in difficoltà devi infierir e chiudere la partita, ma noi abbiamo smesso di fare il nostro gioco”. Poi Morison è tornato a sottolineare un problema già emerso nelle passate settimane, quello della difficile comunicazione: “Abbiamo faticato un po’ per colpa delle diverse lingue. Sul campo, nel vivo della partita, è importante riuscire a comunicare tra giocatori. Mi ricordo a un certo punto stavo cercando di parlare con Mirco in mezzo al campo e loro hanno battuto velocemente una punizione. Normalmente in campo si parla mentre si corre”. Il problema linguistico però non può essere l'unica spiegazione e, guardando anche le rose di molte squadre di Championship (come pure di Premier League), il differente idioma usato dai calciatori non può giustificare quello che si è visto fin'ora. Proprio per questo appare interessante rileggere quello che, lo stesso Morison, aveva detto nei giorni scorsi sui differenti metodi di allenamento usati da Milanic. Secondo l'attaccante infatti lo sloveno aveva puntato molto sulla tattica, diminuendo i ritmi e l'intensità che avevano caratterizzato le sessioni durante la gestione Redfearn e Hockaday.

Anche Cellino ha voluto dire la sua sull’esonero, ammettendo di aver commesso un errore nel momento in cui ha scelto Milanic. "Neil Redfearn sarà l’allenatore. Prenderà il posto oggi e il lavoro è suo. I giocatori lo conoscono, lo rispettano e giocano per lui. Neil gioca un calcio offensivo, proprio quello che vogliamo per questo club. E ottiene risultati. Milanic invece aveva una mentalità perdente. Non ha mai giocato per vincere le partite. Avevo sentito belle parole su di lui, aveva un buon record ed aveva il profilo che cercavo. Ma quello che stava facendo qui non poteva bastare. Nella partita di sabato... come può la squadra giocare bene nel primo tempo ed essere così negativa nel secondo? Non va bene. L'allenatore non ha fatto nulla per sistemarla”.

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